I commenti di luogocomune alla notizia della morte di Osama:
(Scarica questa gif e falla circolare...)
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di Massimo Mazzucco (fonte)
E’ morto un uomo che non è mai esistito.
Intendiamoci, un signore di nome Osama bin Laden su questa terra è esistito, per un certo periodo di tempo, ma la sua vita reale non ha avuto nulla a che fare con quello che crede la gente. Il vero Osama bin Laden, di professione sceicco, si è dedicato negli anni ’80 all’organizzazione della militanza islamica contro l’invasione russa in Afghanistan. Per fare questo ha avuto l’appoggio, concreto e programmato, della CIA, che gli ha fornito non soltanto “armi e munizioni”, ma anche gli stessi uomini importati dai paesi arabi – i cosiddetti Mujaheddin – per combattere al suo fianco.
Da questa figura tridimensionale, già di per se sfuggevole ed ambigua, è nato il personaggio a due dimensioni ad uso strettamente mediatico, che tutti conoscono come Osama bin Laden. Naturalmente, per poter gestire con disinvoltura il personaggio a due dimensioni, è stato necessario uccidere quello reale. Risale alla primavera del 2002 un articolo, in lingua pakistana, che riportava la notizia della morte dello sceicco saudita. Anche Benazir Bhutto ne diede - in modo apparentemente involontario - la conferma. Ma questa notizia fu naturalmente ignorata dai media mainstream, che potevano così iniziare ad allevare il loro prezioso pargolo bi-dimensionale, che gli avrebbe fruttato centinaia di titoloni a nove colonne nel corso di quasi un decennio.
Sulla inconsistenza – ridicolaggine, anzi – di questo personaggio fittizio non ci dilungheremo di certo. Abbiamo già abbondantemente smentito la sua reale esistenza più volte, e lo abbiamo fatto in modo a nostro parere del tutto esaustivo.
Nè peraltro dobbiamo sforzarci più di tanto per dimostrare che anche questa notizia della sua uccisione non sia che un’ennesima, patetica messinscena: ...
... non solo la foto “ufficiale” del cadavere - messa in circolazione, a quanto pare, dalle autorità pakistane – è un falso plateale, ma anche se esistesse una foto genuina del cadavere di bin Laden nulla potrebbe garantire che sia stata scattata ieri, e non otto anni fa.
Di fatto erano nove anni che non vedevamo più una immagine credibile di bin Laden da vivo, e questo dovrebbe bastare a risolvere la questione sulla vera data della sua morte.
Ci resta ora da valutare perchè sia stato scelto proprio questo momento per dare questa (falsa) notizia-bomba alle agenzie di tutto il mondo.
Per prima cosa, salta all’occhio un dettaglio molto interessante: tutti sanno infatti che sia buona regola dare le “brutte notizie” (scandali presidenziali, crolli in borsa, ecc.) il venerdì sera, in modo da approfittare del week-end – notoriamente “morto”, da un punto di vista mediatico – per attenuarne in qualche modo gli effetti negativi. Appare invece curioso che la notizia della morte di bin Laden sia comparsa sulle testate di tutti i giornali del mondo proprio il lunedì mattina, quasi si volesse ottenere l’effetto contrario: usare tutta la settimana per avere il massimo rimbombo su questa notizia, andando a coprirne eventualmente di altre meno accattivanti.
Si chiama “Wag the Dog” – dal titolo del famoso film – ed è un trucco che è stato usato spesso di recente dai presidenti americani (il più famoso di tutti è il caso di Clinton, che decise di far bombardare un impianto chimico in Sudan - creando una grande eco mediatica – proprio nel momento in cui stava per esplodere lo scandalo Lewinsky).
Ebbene, forse non tutti sanno che la scorsa settimana il presidente Obama ha rilasciato il suo “vero“ certificato di nascita. Lo ha fatto nel tentativo di placare una volta per tutte le polemiche sul suo reale luogo di nascita, che molti sostengono non essere stato quello delle Hawaii. Peccato per lui che il “vero“ certificato di nascita sia risultato essere un falso clamoroso. Ci hanno messo dai 14 ai 18 minuti, gli esperti di Photoshop, per cogliere in quel documento una serie di manipolazioni talmente evidenti da non lasciare nessuna speranza a chi voglia sostenere che sia autentico.
Finora i media americani avevano finto di ignorare quello che in Intenet già tutti sanno, e cioè appunto che il certificato sia falso, ma sembra evidente che prima o poi qualcuno della destra avrebbe raccolto queste informazioni, e la Fox non avrebbe certo risparmiato il presidente da una figuraccia planetaria.
Figuraccia che gli costerebbe di certo la rielezione.
A questo si aggiunga il fatto che proprio la settimana scorsa il Pakistan ha apertamente invitato il governo dell’Afghanistan ad abbandonare la sua alleanza con gli Stati Uniti e ad appoggiarsi invece, come già stanno facendo loro, al nascente impero cinese.
Quale occasione migliore, si potrebbe pensare, perché la Casa Bianca tirasse fuori questo splendido asso nella manica? Ora che Osama non c’è più, infatti, cadranno molte delle motivazioni che trattengono i soldati americani in Afghanistan (non era per questo che ci eravamo andati, dopotutto?), e questo potrebbe evitare che il governo afghano arrivi all’esasperazione e scelga davvero di passare dalla parte dei cinesi.
Resta infine una considerazione da fare: il popolo americano in prima fila, ed in qualche modo anche buona parte del resto del mondo, sono stati presi in giro per ben tre volte con la stessa invenzione: sono stati presi in giro quando gli è stato detto che fosse Osama il responsabile degli attacchi dell’11 settembre. Sono stati presi in giro quando gli è stato detto che eravamo in Afghanistan per cercare di catturarlo, e sono stati presi in giro ora che gli hanno detto che è stato ucciso soltanto ieri.
D’altronde, come dicono i saggi, “vulgus vult decipi”. Ergo decipiatur.
Massimo Mazzucco
Da questa figura tridimensionale, già di per se sfuggevole ed ambigua, è nato il personaggio a due dimensioni ad uso strettamente mediatico, che tutti conoscono come Osama bin Laden. Naturalmente, per poter gestire con disinvoltura il personaggio a due dimensioni, è stato necessario uccidere quello reale. Risale alla primavera del 2002 un articolo, in lingua pakistana, che riportava la notizia della morte dello sceicco saudita. Anche Benazir Bhutto ne diede - in modo apparentemente involontario - la conferma. Ma questa notizia fu naturalmente ignorata dai media mainstream, che potevano così iniziare ad allevare il loro prezioso pargolo bi-dimensionale, che gli avrebbe fruttato centinaia di titoloni a nove colonne nel corso di quasi un decennio.
Sulla inconsistenza – ridicolaggine, anzi – di questo personaggio fittizio non ci dilungheremo di certo. Abbiamo già abbondantemente smentito la sua reale esistenza più volte, e lo abbiamo fatto in modo a nostro parere del tutto esaustivo.
Nè peraltro dobbiamo sforzarci più di tanto per dimostrare che anche questa notizia della sua uccisione non sia che un’ennesima, patetica messinscena: ...
... non solo la foto “ufficiale” del cadavere - messa in circolazione, a quanto pare, dalle autorità pakistane – è un falso plateale, ma anche se esistesse una foto genuina del cadavere di bin Laden nulla potrebbe garantire che sia stata scattata ieri, e non otto anni fa.
Di fatto erano nove anni che non vedevamo più una immagine credibile di bin Laden da vivo, e questo dovrebbe bastare a risolvere la questione sulla vera data della sua morte.
Ci resta ora da valutare perchè sia stato scelto proprio questo momento per dare questa (falsa) notizia-bomba alle agenzie di tutto il mondo.
Per prima cosa, salta all’occhio un dettaglio molto interessante: tutti sanno infatti che sia buona regola dare le “brutte notizie” (scandali presidenziali, crolli in borsa, ecc.) il venerdì sera, in modo da approfittare del week-end – notoriamente “morto”, da un punto di vista mediatico – per attenuarne in qualche modo gli effetti negativi. Appare invece curioso che la notizia della morte di bin Laden sia comparsa sulle testate di tutti i giornali del mondo proprio il lunedì mattina, quasi si volesse ottenere l’effetto contrario: usare tutta la settimana per avere il massimo rimbombo su questa notizia, andando a coprirne eventualmente di altre meno accattivanti.
Si chiama “Wag the Dog” – dal titolo del famoso film – ed è un trucco che è stato usato spesso di recente dai presidenti americani (il più famoso di tutti è il caso di Clinton, che decise di far bombardare un impianto chimico in Sudan - creando una grande eco mediatica – proprio nel momento in cui stava per esplodere lo scandalo Lewinsky).
Ebbene, forse non tutti sanno che la scorsa settimana il presidente Obama ha rilasciato il suo “vero“ certificato di nascita. Lo ha fatto nel tentativo di placare una volta per tutte le polemiche sul suo reale luogo di nascita, che molti sostengono non essere stato quello delle Hawaii. Peccato per lui che il “vero“ certificato di nascita sia risultato essere un falso clamoroso. Ci hanno messo dai 14 ai 18 minuti, gli esperti di Photoshop, per cogliere in quel documento una serie di manipolazioni talmente evidenti da non lasciare nessuna speranza a chi voglia sostenere che sia autentico.
Finora i media americani avevano finto di ignorare quello che in Intenet già tutti sanno, e cioè appunto che il certificato sia falso, ma sembra evidente che prima o poi qualcuno della destra avrebbe raccolto queste informazioni, e la Fox non avrebbe certo risparmiato il presidente da una figuraccia planetaria.
Figuraccia che gli costerebbe di certo la rielezione.
A questo si aggiunga il fatto che proprio la settimana scorsa il Pakistan ha apertamente invitato il governo dell’Afghanistan ad abbandonare la sua alleanza con gli Stati Uniti e ad appoggiarsi invece, come già stanno facendo loro, al nascente impero cinese.
Quale occasione migliore, si potrebbe pensare, perché la Casa Bianca tirasse fuori questo splendido asso nella manica? Ora che Osama non c’è più, infatti, cadranno molte delle motivazioni che trattengono i soldati americani in Afghanistan (non era per questo che ci eravamo andati, dopotutto?), e questo potrebbe evitare che il governo afghano arrivi all’esasperazione e scelga davvero di passare dalla parte dei cinesi.
Resta infine una considerazione da fare: il popolo americano in prima fila, ed in qualche modo anche buona parte del resto del mondo, sono stati presi in giro per ben tre volte con la stessa invenzione: sono stati presi in giro quando gli è stato detto che fosse Osama il responsabile degli attacchi dell’11 settembre. Sono stati presi in giro quando gli è stato detto che eravamo in Afghanistan per cercare di catturarlo, e sono stati presi in giro ora che gli hanno detto che è stato ucciso soltanto ieri.
D’altronde, come dicono i saggi, “vulgus vult decipi”. Ergo decipiatur.
Massimo Mazzucco
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