Scopri in sole 15 domande se sei un "complottista" anche tu. Attenzione però, il quiz può terminare anche alla prima domanda. Buona fortuna!

domenica 28 novembre 2010

Il progetto a prova d'aereo

 di Decalagon


Tratto da Inganno Globale - luogocomune.net

Le Torri Gemelle non erano dei grattacieli qualsiasi, così come non lo era la loro stessa struttura in acciaio. I progettisti (Minoru Yamaski, Skilling, Helle, Jackson e Seattle) erano a conoscenza che l'altezza degli edifici era tale da costituire un pericolo per il traffico aereo e lo era anche il Committee for a Reasonable World Trade Center, come scrisse il New York Times in questo articolo:
http://www.randomwalks.com/imgs/blog/wtcplane.jpg

Il Committee for a Reasonable World Trade Center pubblica un annuncio quasi  in piena pagina sul Times dicendo che le torri saranno così grandi da costituire una minaccia per il traffico aereo, come  viene illustrato con un disegno di un jet che sta per schiantarsi contro la parete nord della Torre Nord.

Questo loro timore nacque con l'incidente del luglio 1945, quando un bombardiere B-25 colpì l'Empire State Building uccidendo 14 persone (video). Per questo avevano bisogno di un progetto innovativo che rendesse sicuri i "giganti di Manhattan" in caso fosse accaduto un evento analogo a questo. Nel NIST NCSTAR 1-2 Appendix A, l'analisi strutturale firmata da Whorthington, Skilling, Helle e Jackson è stata considerata addirittura la più completa e accurata di ogni altra analisi mai effettuata per la struttura di un edificio (pag. 306). Le torri, infatti, secondo le stesse analisi, risultavano essere sicure in caso di un impatto con un Boeing 707 DC-8 che viaggiasse (a pieno carico) alla velocità di 600 miglia orarie (pagina 112).
Nel rapporto FEMA è stato addiruttura confrontato il boeing 707 con il modello di aereomobile che ha colpito effettivamente le torri, in questo grafico:

Pagina 19 del rapporto FEMA
Le differenze, come possiamo vedere, sono, in questo caso, minime. Ma se andiamo a spulciare nel dettaglio la velocità ed il carico effettivo di carburante che gli aerei in questione avevano quando si sono schiantati sulle torri, e lo confrontiamo con il peso ed il carico di carburante massimo che può avere un boeing 707, queste differenze aumentano.

L'American Airlines 11 volò ad una velocità di 470 mph (210m/s) nella Torre Nord (1) trasportando 8.684 galloni (57.922 litri) di carburante che è circa il 36% della sua capacità (2). Il suo peso netto fu di 177.079 libbre più 57.922 litri di carburante per un peso complessivo minimo di 235.001 libbre (106.594 kg). (3)


Il volo United Airlines 175 volò ad una velocità di 590 mph (263m/s) nella Torre Sud (1) trasportando 7.415 US galloni (49.458 litri) di carburante che è circa il 31% della sua capacità (2). Il suo peso netto fu di 179.080 libbre, più 49.458 litri di carburante per un peso complessivo minimo di 228.538 libbre (103.663 kg).

Quindi, come ho già detto in precedenza, le documentazioni esistenti attestano che le Torri Gemelle erano certificate per resistere all'impatto con un boeing 707 DC-8 (il più grande dell'epoca) che volasse alla velocità di 600 miglia orarie e a pieno carico. I suoi dati sono i seguenti:

- Capacità di combustibile: 23.820 US gal - 90.160 l - 71.226 kg.
- Peso a vuoto: 66,406 kg.  
- Peso max al decollo: 151.320 kg
- Velocità crociera: 960 km/h 

***

Le stesse dichiarazioni dei progettisti confermano la sicurezza delle torri in caso di un incidente simile, sottolineando inoltre l'importanza che avrebbe avuto il carburante trasportato dall'aereomobile durante la fase di progettazione, come disse John Skilling in una sua intervista:

"Our analysis indicated the biggest problem would be the fact that all the fuel (from the airplane) would dump into the building. There would be a horrendous fire. A lot of people would be killed," he said. "The building structure would still be there."

Traduzione

"La nostra analisi ha indicato che il problema principale sarebbe il fatto che tutto il carburante sarebbe entrato nella costruzione. Ci sarebbe un terribile incendio. Molta gente sarebbe stata uccisa. "Ma, dice," La struttura dell'edificio sarebbe ancora lì."

Frank de Martini aggiunse che, secondo lui, le torri avrebbero potuto resistere anche ad un MULTIPLO impatto causato da più aerei di linea.



Tratto da Inganno Globale - luogocomune.net

Solo Leslie Robertson contraddisse le documentazioni e le precedenti affermazioni riguardo alla resistenza delle Twin Towers, affermando (in un'intervista televisiva) che gli edifici erano progettati per resistere ad un impatto aereo solamente se questo non avesse superato la velocità di 180 miglia orarie, e senza prendere in considerazione il carico di carburante. Lo fece però nel 2006, quando ormai le torri non esistevano più e sicuramente per cercare di proteggersi da eventuali problemi legali che avrebbero potuto scaturire dalla notizia che aveva iniziato a circolare, riguardo al progetto a prova d'aereo sul quale aveva lavorato, visto che era il solo responsabile della robustezza strutturale degli edifici. Lui stesso ammise che "le circostanze dell'11 settembre erano al di fuori di quello che avevamo previsto nel progetto".

 
Tratto da Inganno Globale - luogocomune.net

sabato 27 novembre 2010

Le esplosioni anomale

di Decalagon


Prima e durante i crolli delle Twin Towers, moltissimi testimoni hanno raccontato di aver visto, sentito e in alcuni casi perfino vissuto in prima persona delle esplosioni all'interno degli edifici. Sia nel sottosuolo, prima e dopo gli impatti degli aerei (come raccontano William Rodriguez e Philip Morelli), sia ai piani superiori: infatti tanti pompieri che stavano salendo le scale per tentare di salvare le persone intrappolate ai piani più alti, vi sono rimasti coinvolti come raccontano loro stessi sia nelle interviste sia nelle loro comunicazioni radio. Nonostante tutto questo, molti hanno provato a giustificare l'accaduto bombole di gas (anche se le cucine nel WTC 1 e 2 erano elettriche, come afferma lo stesso Rodriguez), schermi dei computers o addirittura gli estintori che scoppiavano a causa del surriscaldamento dell'incendio in conseguenza degli impatti aerei (qui un esempio). Il problema principale è che questi fenomeni si verificarono soprattutto ai piani INFERIORI rispetto al sito dell'incendio, e alcuni addirittura nei sotto-livelli dei palazzi. Oltre a questo la potenza di queste esplosioni era talmente alta, a detta dei testimoni, che ebbe la forza di demolire, letteralmente, intere porzioni di edificio (sgretolando e spaccando i muri, facendo crollare i pannelli dei soffitti, ecc...) e le vibrazioni emesse facevano addirittura TREMARE l'edificio stesso.



http://911research.wtc7.net/wtc/evidence/photos/docs/south_tower_squibs.jpgSono stati notati anche numerosi SQUIBS e FLASH sospetti (ad esempio qui, qui e qui)  anche nei piani inferiori rispetto al fronte di crollo, e di certo non si possono giustificare semplicemente con delle finestre o degli impianti che scoppiano per via della pressione dei vari piani che si schiacciano gli uni sugli altri. Ovviamente uno può anche non credere che questi fenomeni, esattamente come per le esplosioni, derivino da cariche piazzate nell'edificio, però spiegarle con un semplice cedimento gravitazionale causato dai danni degli aerei e degli incendi è parecchio difficile e suona più come una forzatura, vista anche l'impossibilità fisica dell'evento così come descritto nella versione ufficiale. La stessa polverizzazione completa del cemento risulta anomala se spiegata con la versione del NIST, poiché il cemento NON PUO' polverizzarsi quasi completamente in un cedimento gravitazionale: può spezzarsi in blocchi, può sbriciolarsi, ma non si polverizza.

 
Tratto da Inganno Globale - luogocomune.net

Questa domanda (come fece il cemento a polverizzarsi?) è una delle tante che si pongono anche coloro (in particolar modo i soccorritori che si trovavano lì per salvare la gente) che si sono respirati la nube tossica di Ground Zero, causata dal vetro, dal cemento, dall'amianto e da altre sostanze tossiche che si sono letteralmente polverizzate a causa di una forza ignota che, come già detto, andava ben oltre alla semplice pressione causata dalla caduta gravitazionale degli edifici.

 



venerdì 26 novembre 2010

Comunicato stampa Movimento 11 settembre

 di Massimo Mazzucco (articolo del 10/9/2010)

IL VIDEO SU 911 BLOGGER

Questa è la versione sottotitolata in italiano del video-comunicato stampa che abbiamo mandato ieri a tutte le stazioni TV americane, annunciando la formazione di 3 nuovi gruppi di professionisti che si sono aggiunti a quelli già esistenti, nell’ambito del 9/11 Truth Movement.


(Potete scaricare il filmato in HD su Arcoiris.tv)

Questo naturalmente non significa che qualcuno ne parlerà per forza, …

… ma noi almeno abbiamo fatto tutto il possibile per informare i media di cosa stia veramente diventando il Movimento per la verità sul 9/11.

Non è certo qualcosa destinato a dissolversi nel nulla nell’arco di pochi mesi, e coloro che si illudono che ciò accada, nell’ambito dei media, non fanno che aumentare il proprio carico di responsabilità per aver taciuto e ignorato questo genere di informazione per un tempo sempre più lungo.

Quello che fino al secolo scorso si poteva coprire impunemente, controllando giornali e TV, oggi con Internet non può più essere controllato. Può essere taciuto e ignorato, come dicevamo, ma non può più essere cancellato dalle pagine della storia. Resterà sempre lì, ad attendere paziente il confronto con ciascuno di noi.

Massimo Mazzucco

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AGGIORNAMENTO ARTICOLO

La notizia è già stata riportata da REUTERS, FORBES e LexisNexis, oltre a più di 600 blog nel mondo.


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Fonte

giovedì 25 novembre 2010

I palazzi che dovevano crollare

di Decalagon

Secondo la versione ufficiale, il WTC 1 e 2 sarebbero crollati a causa degli impatti degli aerei e degli incendi, tranne il WTC7 che sarebbe crollato solamente a causa del fuoco, anche se la modalità del "cedimento" è stata curiosamente identica a quella delle Torri. Questi tre edifici, infatti, sono crollati in maniera perfettamente verticale e simmetrica, sulla propria pianta ed in pochi secondi, anche se i danni erano localizzati in punti differenti in ogni struttura, mentre addiruttura in un caso, una era completamente diversa rispetto a quella delle torri gemelle. Perfino Shyam Sunder, l'investigatore capo del NIST (National Institute of Standards and Technology) che ha coordinato i lavori di ricerca per la stesura dei rapporti ufficiali (NIST NCSTAR 1 e NCSTAR 1A), ha affermato che un collasso di questo genere è un evento molto raro. Anche se in realtà è successo tre volte di fila in un giorno soltanto.

Tuttavia si è parlato molto poco degli altri edifici del complesso, i quali, nonostante avessero subito danni molto più gravi del World Trade Center 7, sono rimasti tutti in piedi fino alla loro demolizione artificiale da parte degli addetti ai lavori che dovevano sgomberare Ground Zero dalle macerie. Hanno subito solo crolli parziali, come normalmente avviene in casi come questi, ma nessuno di loro ha subito un cedimento in pianta come quello che ha visto come protagonista il Salomon Brothers Building.

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Il WTC6 era un edificio di otto piani che si trovava direttamente a nord-est della Torre Nord (WTC 1). Venne severamente danneggiato dalla pioggia di macerie, le quali avevano letteralmente aperto una voragine nel tetto e causato dei probabili incendi più o meno simili a quelli che avevano colpito il WTC5, nonostante il rapporto FEMA non li abbia menzionati. Come si può notare anche da questa immagine, i danni alla struttura erano molto maggiori a quelli registrati sul WTC7.
Questo edificio è stato demolito in seguito, durante la bonifica di Ground Zero.


Il WTC5 era un edificio di nove piani situato ad est della torre nord (WTC1). È stato gravemente danneggiato anch'esso dalla pioggia di detriti in conseguenza del crollo delle Torri. Esattamente come per il WTC6, sul tetto dell'edificio sono presenti dei buchi causati dalla probabile caduta di pezzi di travi in acciaio.


Oltre a questo, gravi incendi hanno imperversato nel WTC5 per ore. Nonostante i gravi danni strutturali come dimostrano i fori sul tetto e gli incendi di gran lunga superiori di quelli presenti nel WTC 1, 2, e 7, il WTC 5 non è crollato. Ha solo subito dei crolli parziali in alcuni punti dell'edificio.
È stato demolito in seguito.

   Il World Trade Center 4


Il WTC 4 era un edificio di nove piani che si trovava direttamente a est e a sud-est della Torre Sud (WTC 2). È stato gravemente danneggiato dalle conseguenze del crollo della Torre Sud, ed un'ala del palazzo è crollata al suolo.


Si presume che gravi incendi lo abbiano colpito per via della facciata annerita dell'edificio, tuttavia il rapporto FEMA non ne parla.

È stato anch'esso demolito da parte della squadra di bonifica di Ground Zero. 


Il World Trade Center 3

Il WTC 3 era conosciuto anche come il World Trade Center Hotel, il New York Marriott Hotel, e l'Hotel Vista. È stato quasi completamente distrutto durante l'attacco dell'11 settembre. Come tutti gli edifici del complesso era una costruzione con struttura d'acciaio. Aveva 22 piani sopra il livello del suolo e 6 sotterranei. Si trovava immediatamente a sud della Torre Nord e ad ovest della Torre sud.
È stato prima parzialmente schiacciato da frammenti di struttura in acciaio della torre sud e poi ulteriormente danneggiato da quelli daela Torre Nord. 

Nonostante i gravissimi danni alla struttura, il palazzo è rimasto in piedi fino alla sua demolizione artificiale.

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Ma i casi in cui si dimostra che i palazzi non possano crollare con le modalità del WTC 1, 2 e 7 non si fermano assolutamente qui. Anzi, qui vi è qualche altro esempio:




Trovo sia particolarmente interessante l'incendio della Torre Nord (WTC1) del 1975: nonostante fosse situato nei primi piani della struttura (la quale doveva sopportare il peso degli oltre 90 piani soprastanti) ha resistito benissimo al calore del fuoco, restando perfettamente in piedi fino allo spegnimento da parte del NYFD.

La demolizione controllata di Paolo Attivissimo

di Massimo Mazzucco

IL FILMATO E' STATO UNIFICATO (57 MIN.) ED E' ORA SCARICABILE IN HQ DA ARCOIRIS.TV. (Fatelo girare!)


IN CODA ALL'ARTICOLO E' STATO INSERITO UN RIASSUNTO DELLE AFFERMAZIONI DI ATTIVISSIMO

In questo video viene analizzato nel dettaglio il metodo del debunking, prendendo spunto dal confronto sull’11 settembre avvenuto il mese scorso fra Tom Bosco e Paolo Attivissimo.

La prima parte potrà forse risultare meno interessante per chi già conosce bene l’argomento, ma bisogna ricordare che questo tipo di documenti viene fatto soprattutto per chi ancora la materia non la conosce a fondo. E' soprattutto importante imparare a distinguere nettamente il modo di ragionare dello scettico, che procede dai fatti alle conclusioni (pensiero critico, o analitico), e quello del debunker, che parte invece da una conclusione obbligata, e poi cerca di adeguare i fatti a tale conclusione (pensiero dogmatico).
Ci si augura quindi che l’utente di luogocomune voglia considerarlo anche come un eventuale strumento …

... da diffondere fra coloro che si avvicinano per la prima volta ad un argomento delicato come quello dell’undici settembre, fornendogli gli strumenti necessari per distinguere al meglio i diversi metodi di approccio fra i sostenitori delle due posizioni.

Massimo Mazzucco

CORREZIONE: Nella prima parte ho detto che il Piper monomotore pesa 200 kg., mentre ne pesa circa 1.000.

Lo stesso video su YOUTUBE, diviso in 4 parti:

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Questo è il riassunto delle affermazioni fatte da Attivissimo nel confronto con Tom Bosco, che sono state riprese e commentate in questo filmato.
PRIMA PARTE:

P.A.: E’ la prima volta in 9 anni che qualcuno accetta il confronto sul 9/11.


Smentito, e dimostrato che è stato lui a sfuggire al confronto.

P.A.: I “fatti” da cui partire sono i rapporti tecnici sugli eventi dell’11 settembre.

Ragionamento ingannevole (fallacia della “Petitio Principii”).
SECONDA PARTE:

P.A.: L’aereo è scuro perchè è in controluce.


Attivissimo ha poi corretto questo errore, commettendone un altro peggiore (l’aereo è scuro – ha detto - perchè sta all’ombra delle Torri).

P.A.: Superate le temperature che si possono verificare in un incendio domestico, l’acciao si ammorbidisce, si flette, supera la capacità di carico, e la struttura che c’è sopra viene giù.

Attivissimo non cita un singola fonte a sostegno di questa bizzarra affermazione.

P.A.: Esempi di quanto sopra sono la Windsor Tower di Madrid, il McCormick Center e il Sight&Sound theatre.

La Windsor Tower è rimasta sostanzialmente in piedi, gli altri due erano semplici capannoni ad un piano, di cui è crollato solo il tetto.

P.A.: Nelle strutture esclusivamente in acciaio mancano degli elementi portanti in cemento armato che possano resistere al caldo. E’ per questo che non si fanno più strutture di questo tipo.

In America si sono sempre costruiti grattacieli in acciaio, e si continua a farlo a tutt’oggi. La loro sicurezza nel caso di incendio è confermata dallo stesso Shyam Sunder del NIST, che smentisce quindi Attivissimo in modo diretto.

P.A.: Il Pirellone non è crollato perchè la struttura era in cemento armato (e non in semplice acciaio).

No comment.

P.A.: In un normale incendio domestico si sviluppano temperature chiaramente sufficienti a consentire un cedimento dell’acciaio.

Attivissimo non cita un singola fonte a sostegno di questa curiosa affermazione.

Nessuna demolizione controllata curva le pareti prima di far esplodere il palazzo.

Attivissimo "si dimentica" di dire che le Torri Gemelle erano l'unico grattacielo al mondo con la struttura esterna portante. L'esempio quindi non solo non è valido, ma è del tutto fuorviante.

P.A.: Bin Laden è poco riconoscibile a causa della conversione NTSC-PAL.

No comment.


TERZA PARTE:

P.A.: Un pezzo di struttura centrale è rimasto in piedi per circa 10 secondi, quindi non è possibile che le Torri Gemelle siano state minate.


Classico esempio di “eccezione che annulla la regola”.

P.A.: Il progetto più grande che ha realizzato Richard Gage è una palestra.

A) Smentito dalla biografia di Gage. B) Classica fallacia di “attacco ad personam”.

P.A.: Tutti i 1200 ingegneri e architetti iscritti all’associazione di Gage sono costruttori di palestre.

Menzogna clamorosa.

P.A.: Secondo le analisi sismiche, i crolli delle Torri Gemelle sono di almeno 16 secondi.

Smentito dalle analisi sismiche tratte dagli stessi rapporti tecnici citati da Attivissimo.

P.A.: Il “boato” di sedici secondi chiude la questione della caduta libera delle Torri Gemelle.

Smentito, anzi dimostrato il contrario: il rapporto NIST riconosce una parziale caduta libera del WTC7.

P.A.: Poichè il pezzo di struttura che cade sta più in basso del fronte di crollo, significa che sta cadendo più velocemente.

Ragionamento scorretto, smentito da esempio foto F1.

P.A.: I tagli in diagonale sui piloni portanti [che mostrano i segni dell’inserimento delle cariche cave] sono stati effettuati dai pompieri dopo il crollo.

Affermazione non confermata dal maggiore esperto italiano in demolizioni controllate, che anzi nota le curiose somiglianze con l’applicazione di esplosivi ai piloni di supporto.

P.A.: Quando si fanno le demolizioni controllate si tolgono le finestre, per evitare di uccidere i passanti con i frammenti di vetro dovuti alle esplosioni.

Smentito (oltre che dal buon senso) da diversi filmati in cui si vede che ciò non è vero .

P.A.: Le vere domande serie sull’11 settembre sono quelle poste dai parenti delle vittime.

Alle quali mancano però sempre le risposte. Esempio di tentativo di spostamento dell’attenzione.

P.A.: L’orario degli attentati è stato scelto (anche) per coincidere con il telegiornale di Ryad delle 6 di sera.

No comment.

P.A.: Il carico dinamico (esempio cassetta di birra) spiega il crollo della parte superiore delle torri.

Ma non quello del resto della struttura. Il problema rimane, ma Attivissimo lo ignora.
QUARTA PARTE:

P.A.: Come si sarebbero putute minare le Torri gemelle, con tutto quel via vai di gente?


La risposta esiste almeno dal 2006, ma Attivissimo continua a dimenticarla.

P.A.: Il cospirazionismo continua a ripetere le stesse domande, ma non ascolta le risposte.

Smentito, e dimostrato l’esatto contrario dall’esempio di cui sopra.

P.A.: Il “meteorite” è semplice cemento pressato.

Affermazione smentita da diversi filmati, oltre che dall’evidenza fotografica.

P.A.: Decidere che l’undici settembre sia stato un complotto oppure no, non cambia niente.

Beato chi ci crede.

P.A.: Quello del PNAC sulla “nuova Pearl Harbor” era solo un documento tecnico.

Smentito nero su bianco da un estratto di “Il Nuovo Secolo Americano”.

P.A.: I neocons non ci sono più, si sono sciolti come neve al sole. Non hanno più nemmeno il sito.

Piangiamo per loro.

P.A.: Le vere zone grigie dell’undici settembre sono i dati scomparsi dei dischi rigidi e le lezioni da imparare sulla costruzione dei grattacieli.

Nuovo esempio di spostamento dell’attenzione, dal vero problema ad uno del tutto ininfluente.

P.A.: La manovra del Pentagono sembra difficile perchè Mazzucco ha accelerato il filmato.

Accusa diffamante (oltre che ridicola) ripetuta all’infinito, senza mai citare la risposta che ho già dato più di una volta.

P.A.: Sono 9 anni che si discute di 11 settembre, e il dibattito non fa un solo passo in avanti.

Trovate e dimostrate le vere cause di questo stallo: se vuole continuare a difendere la versione ufficiale, Attivissimo risponda alle famose
“12 domande”, e il dibattito sarà concluso.

Fonte 
 
***
Considerazione del blogger: sono consapevole del fatto che Paolo Attivissimo sia solo una persona che, come tutti quanti noi, difende semplicemente le sue idee (giustamente), quindi ritengo che discutere dei suoi metodi di indagine non porti da nessuna parte ai fini della ricerca della verità. In ogni caso trovo sia doveroso far comprendere ai meno informati sull'argomento come certe notizie false e/o distorte siano diffusissime sul web da alcune persone che, come in questo caso, intendono negare spudoratamente qualsiasi falsità, incongruenza o errore presente nella Versione Ufficiale dei fatti di quel giorno.

Architects and Engineers – Una lezione mediatica

di Massimo Mazzucco

La sorprendente notizia, segnalata ieri da Megachip, che la Fox abbia dato uno spazio relativamente “pulito” al Movimento per la Verità sull’11 settembre, contiene uno splendido esempio di come ci si debba comportare a livello mediatico in situazioni del genere. (E’ proprio l’argomento che abbiamo trattato di recente nell’articolo ”Thermite, debunking e onere della prova”).

La stessa trasmissione della Fox poteva infatti trasformarsi in un disastro per il Movimento, se solo Tony Szamboti – un rappresentante di Architects and Engineers for 9/11 Truth - fosse cascato in una delle tante trappole che gli ha teso, consapevolmente o meno, il presentatore Geraldo Rivera.



(Scarica in alta definizione su arcoiris.tv).

Prima di tutto bisogna sapere che Geraldo Rivera non è affatto un presentatore qualunque. Rivera è l’uomo che nel 1975 presentò al pubblico americano, per la prima volta nella storia, il filmato di Zapruder sull’omicidio Kennedy. Fino a quel giorno il pubblico aveva visto soltanto ...


... alcuni fotogrammi tratti dal filmato di Zapruder, mentre per la prima volta quella sera si potè vedere chiaramente il movimento della testa di Kennedy, che schizzava all’indietro dopo aver ricevuto il colpo mortale alla tempia. La nazione fu attraversata da un brivido di orrore e di rabbia insieme, mentre Geraldo Rivera diventava il paladino simbolico della “verità” anti-governativa per tutti gli americani.

Da quel giorno Rivera ha vissuto di gloria, riuscendo periodicamente a farsi notare per scoop sorprendenti e controversi. Cacciato dalla NBC – dove guadagnava 3 milioni di dollari all’anno – per dissapori con la direzione, Rivera ultimamente è approdato alla Fox di Rupert Murdoch, e qui ovviamente è stato costretto a cambiare bandiera. Solo così si spiega il tono quasi esagerato con cui ha trattato più volte i Truthers fino a ieri. Mentre li derideva con un sarcasmo da baraccone, Rivera sembrava quasi dire: “Oh ragazzi, sia chiaro, questo è quello che sono obbligato a dire dalla mia nuova scrivania, mica sono diventato scemo di colpo”.

Ecco quindi spiegata la sua improvvisa “apertura” al Movimento, offrendo lo spazio sorprendente ad Architects and Engineers: in realtà Rivera sa benissimo che il 9/11 è stato un inside job, e per qualche motivo deve aver deciso che l’opportuntità fornitagli dallo spot “Building what?” (nel quale compare anche McIlvaine) era quella giusta per riparare in qualche modo ai danni commessi. Nonostante questo, Rivera ha più volte rischiato – forse per deformazione professionale, forse perchè temeva di apparire troppo favorevole al Movimento – di far dire a Szamboti quello che lo avrebbe condannato ad una sonora sconfitta, chiedendogli “perchè ci mentono sulla versione ufficiale?”, e “secondo lei hanno usato esplosivi per buttare giù l’edificio 7?”.

Se Szamboti avesse risposto ad una sola di quelle domande, Rivera avrebbe dovuto ribattere per forza con una controtesi qualunque, come ad esempio “che interesse avrebbe il governo americano a buttare giù un edificio del genere?”, oppure “come si fa a piazzare gli esplosivi nell’arco di così poche ore?” Non importa che cosa avrebbe replicato a quel punto Szamboti, perchè avrebbe comunque finito per spostare l’attenzione dal punto cruciale, ovvero che la versione ufficiale è falsa, e che non sta a noi spiegare cosa sia successo.

Invece Szamboti ha dribblato con eleganza le trappole di Geraldo, e si limitato a ripetere i motivi per cui si può sostenere che la versione ufficiale è falsa, rimarcando per il pubblico che è quello il problema principale, e che quindi spetta al fronte ufficiale dare le spiegazioni che ancora non ci sono.

Niente male, per un semplice “costruttore di palestre”.

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mercoledì 24 novembre 2010

Acciaio e cemento fuso: i fatti e la scienza

di Decalagon (l'articolo è stato aggiornato - 22/01/2011)

Nelle settimane successive agli attacchi, i lavoratori adibiti allo sgombero delle macerie hanno raccontato di temperature eccessivamente alte sotto i resti del World Trade Center 1, 2 e 7. Nel contempo descrivono pozze di acciaio e metallo fuso nel sottosuolo mentre continuavano a gettare tonnellate di acqua e Pyrocool (quest'ultima una sostanza usata per spegnere incendi di metallo) sulle macerie fumanti, la cui superficie a CINQUE giorni dai crolli presentava ancora le stesse temperature descritte (circa 700 gradi centigradi), come mostra questa fotografia termografica della NASA:



C'è chi potrebbe giustamente suggerire che l'incendio abbia continuato a bruciare alimentato dagli arredamenti degli uffici (scrivanie, telefoni, sedie, pannelli, ecc...) dei grattacieli, dove vi era sufficiente ossigeno per la combustione dei materiali. Questo potrebbe dunque spiegare il calore intenso sulla superficie di Ground Zero. Il problema però, in questo caso, è che un "normale" incendio da ufficio non può causare la fusione dei metalli come l'acciaio, la cui temperatura di fusione si aggira attorno ai 1500° C. La cosa non cambia anche se vi viene aggiunto un combustibile come il kerosene (in questo caso il carburante degli aerei che hanno colpito le torri gemelle), secondo anche il parere di Jonathan Barnett.



Durante lo sgombero di Ground Zero vennero ritrovati anche dei reperti molto curiosi e sicuramente anomali, come il famoso "meteorite" (esposto all'hangar 17) e altri oggetti analoghi, come le numerose travi d'acciaio deformate senza alcuna spaccatura nel ferro o i blocchi di cemento fuso esposti al New York City Police Museum.


La stessa Appendice C del rapporto FEMA (Federal Emergency Management Agency), nella quale è descritta una perizia metallurgica su alcuni reperti del WTC, parla di una corrosione anomala dell'acciaio dovuta ad un'azione di sulfurazione e ossidazione ad alta temperatura (circa 1000°C) che ha praticamente liquefatto l'acciaio. Come descritto nel riassunto del reperto 1:

L'assottigliamento dell'acciaio è avvenuto tramite una corrosione ad alta temperatura, a causa di una combinazine di ossidazione e solfurazione. 
Il riscaldamento dell'acciaio in un ambiento corrosivo caldo che si avvicina ai 1000° C. produce una mistura eutettica di ferro, ossigeno e zolfo che ha liquefatto l'acciaio. 
L'azione della solfurazione sui grani esterni dell'acciaio ha accelerato la corrosione e l'erosione dell'acciaio.

E conclude dicendo:

"La grave corrosione e conseguente erosione dei campioni 1 e 2 sono un evento molto raro. Non è stata trovata alcuna spiegazione chiara per la provenienza dello zolfo. La rapidità a cui la corrosione è avvenuta è anch'essa sconosciuta. E' possibile che essa sia il risultato di un riscaldamento molto lungo e duraturo nel terreno in seguito al crollo degli edifici. E' anche possibile che il fenomeno sia cominciato prima del crollo e abbia accelerato l'indebolimento della struttura di acciaio. Uno studio approfondito sui meccanismi di questo fenomeno è necessario per capire se e quali rischi corrono le strutture di acciaio attualmente esistenti se sottoposte a incendi gravi e duraturi."

Peccato che quello "studio approfondito", per comprendere meglio il fenomeno, non sia mai stato fatto.

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Su questo argomento, Steven Jones (professore di fisica alla Vanderbilt University e fondatore di Scholars for 9/11 truth), in collaborazione con Niels Hoger Harrit (chimico delle radiazioni, docente all'università di Copenhagen), e altri scienziati, hanno redatto uno studio che ha passato il peer-review sul The Open Chemical Physics Journal e per il quale la capo redattrice della stessa rivista ha dovuto dare le dimissioni (o è stata costretta a dare le dimissioni) commentandolo  e criticandolo malamente, senza però smentirlo sul piano scientifico, pubblicando a sua volta uno studio peer-review per dimostrarne le falle o le eventuali inesattezze. Lo studio in questione (consultabile qui) dimostra sul piano scientifico la presenza di nano-thermite ancora attiva nelle polveri delle macerie del WTC. Lo stesso ingegnere chimico Mark Basile concorda con le conclusioni di Harrit e Jones, avendo a sua volta analizzato gli stessi materiali.

lunedì 22 novembre 2010

Il NIST in caduta libera

di Sertes
 Domanda: Se tagliamo entrambi i cavi allo stesso momento, quale dei due blocchi raggiungerà terra per primo?

Risposta: Secondo il NIST arriveranno sostanzialmente allo stesso momento! I piani sottostanti, a sentir loro, non hanno offerto alcuna resistenza, e non hanno fermato nè rallentato il blocco in caduta!

Non deve quindi meravigliare che ci siano state ulteriori richieste di chiarimenti da parte del 9/11 Truth Movement riguardo a come questo sia stato possibile, ma a fronte della domanda (fatta l'11 aprile 2007) è strabiliante la risposta data dal NIST: "non siamo in grado di fornire una spiegazione esauriente dei crolli completi"; si afferma quindi qualcosa che viola platealmente la fisica, ma poi non si è in grado di dimostrarlo.


WTC 1 e 2

Una delle affermazioni della Versione Ufficiale governativa con cui il 9/11 Truth Movement è d'accordo riguarda la dinamica del crollo delle Twin Towers. Il NIST afferma infatti che il blocco delle twin towers che si trovava al di sopra all'area d'impatto degli aerei sia crollato sostanzialmente in caduta libera attraverso gli 80+ piani integri sottostanti. Questo sia per il WTC1 che per il WTC2. (si veda il punto n°5 qui)

Tale affermazione è stata fatta nel documento NIST NCSTAR1 Final Report, che rappresenta la Versione Ufficiale dei crolli WTC 1 e 2, nella cui sezione 6.14.4 leggiamo:

“… the structure below the level of collapse initiation offered minimal resistance to the falling building mass at and above the impact zone. The potential energy released by the downward movement of the large building mass far exceeded the capacity of the intact structure below to absorb that energy through energy of deformation.

Since the stories below the level of collapse initiation provided little resistance to the tremendous energy released by the falling building mass, the building section above came down essentially in free fall, as seen in videos. As the stories below sequentially failed, the falling mass increased, further increasing the demand on the floors below, which were unable to arrest the moving mass.”

Traduzione:

"... la struttura al di sotto del livello di inizio del crollo ha offerto una resistenza minima alla caduta della massa di palazzo superiore al punto d'impatto. L'energia potenziale rilasciata dal movimento verso il basso della grande massa di palazzo ha grandemente superato la capacità della struttura intatta sottostante di assorbire quell'energia attraverso energia di deformazione.

Dato che i piani sotto il livello di inizio crollo hanno fornito una così piccola resistenza alla tremenda energia rilasciata dalla massa di palazzo in caduta, la sezione superiore del palazzo è scesa sostanzialmente in caduta libera, come visto nei video. Mentre i piani sottostanti hanno ceduto in sequenza, la massa in caduta è cersciuta, incrementando ulteriormente il carico sui piani sottostanti, che non sono stati in grado di arrestare la massa in movimento."

Il disaccordo nasce sul motivo per cui questo sia accaduto: un crollo gravitazionale non può procedere in caduta libera e contemporaneamente procedere attraverso il percorso di maggior resistenza (gli 80+ piani integri sottostanti). Un crollo gravitazionale può procedere sì in caduta libera, ma lateralmente, perchè incontra solo aria. Oppure può procedere attraverso il percorso di maggior resistenza, ma non a velocità di caduta libera, a causa degli urti. Avere un crollo gravitazionale con entrambe le caratteristiche è fisicamente impossibile.

Invece il NIST ha anche compilato una FAQ sul suo sito ufficiale, nella quale ribadisce il concetto, chiarendo anche che:

In other words, the momentum (which equals mass times velocity) of the 12 to 28 stories (WTC 1 and WTC 2, respectively) falling on the supporting structure below (which was designed to support only the static weight of the floors above and not any dynamic effects due to the downward momentum) so greatly exceeded the strength capacity of the structure below that it (the structure below) was unable to stop or even to slow the falling mass. The downward momentum felt by each successive lower floor was even larger due to the increasing mass.

Tradotto:

In altre parole, la quantità di moto (che equivale a massa per velocità) dei 12 e 28 piani (WTC 1 e WTC 2, rispettivamente) che è ricaduta sulla struttura di supporto sottostante (che era progettata per supportare solo il peso statico dei piani soprastanti e non qualsiasi effetto dinamico causato dal movimento verso il basso) ha superato così tanto la capacità di supporto della struttura sottostante che essa (la struttura sottostante) non è stata in grado di fermare o anche solo a rallentare la massa in caduta. La quantità di moto subita da ogni successivo piano inferiore è stato anche maggiore a causa della massa crescente.

Se analizziamo la questione con l'approccio squisitamente fisico, sappiamo che un crollo gravitazionale possiede (per sua natura) solo energia potenziale; se questa energia viene convertita "sostanzialmente" tutta in energia cinetica per accelerare il blocco superiore alla velocità "sostanzialmente" di caduta libera, allora non rimane alcuna energia per spezzare i legami degli 80 piani sottostanti; tantomeno per distruggerli con quell'effetto di polverizzazione dei piani di cemento che si è vista al WTC. Affermare che ciò è possibile significa quindi violare il Principio di Conservazione dell'Energia, e tutto ciò che ne consegue.

Ma questo paradosso è palese anche ai non fisici, con un semplice esempio:
consideriamo il WTC1 pressappoco com'era un istante prima dell'inizio del crollo: il blocco superiore di 12 piani è sospeso con un cavo all'altezza giusta, con sotto 6 piani vuoti (i piani distrutti dall'aereo) e 92 piani intonsi. Il materiale di questi 6 piani mancanti non è svanito nel nulla, ma li consideriamo già schiacciati e "appiccicati" sul fondo del blocco superiore, che diventa quindi pesante quanto 18 piani. Bene, immaginiamo ora a fianco della torre un altro blocco superiore, identico, di 12+6 piani, sospeso anch'esso alla stessa altezza ma con sotto solo aria.

WTC 7

Il rapporto NIST NCSTAR1A rappresenta la versione ufficiale, unica e definitiva del crollo WTC7. E' stato pubblicato inizialmente in versione bozza nell'agosto 2008, e in versione definitiva dopo un mese di tempo nel quale il NIST ha vagliato i commenti liberi sottoposti dai lettori. Tra le varie modifiche che si trovano tra la versione di bozza e quella definitiva ce n'è proprio una che riguarda la caduta libera, dopo la segnalazione di David Chandler di AE911Truth.org che segnalava sia l'eccessiva semplicità che l'erroneità del metodo usato dal NIST per stabilire la durata del crollo. Infatti il NIST utilizzava i soli due fotogrammi iniziale e finale di un particolare video del crollo, concludendo che il tempo di crollo totale superava del 40% il tempo di caduta libera; l'analisi più dettagliata, fatta da Chandler fotogramma per fotogramma con un apposito software di fisica, ha invece dimostrato che il WTC7 subisce una piena accelerazione da caduta libera. Il NIST ha corretto quindi sia l'analisi che le conclusioni (dimenticandosi solo di elencare questa variazione nel foglio delle modifiche apportate tra draft e final version), come leggiamo a pagina 48:


Traduzione:

Il tempo di discesa osservato per i 18 piani superiori della facciata nord del WTC7 (i piani chiaramente visibili nelle prove video) è stato del 40% superiore del tempo di caduta libera calcolato. Un'analisi pià dettagliata della discesa della facciata nord ha trovato tre fasi: (1) una lenta discesa con accelerazione inferiore a quella della gravità che corrispondeva alla piegatura delle colonne esterne nei piani inferiori, (2) una caduta libera di approssimativamente otto piani ad accelerazione di gravità per approssimativamente 2,25 secondi, e (3) una accelerazione decrescente mano a mano che la facciata nord ha incontrato la resistenza della struttura sottostante


Quindi il NIST ha ammesso che il crollo del palazzo presenta una fase di piena caduta libera, cioè la struttura sottostante non ha offerto alcuna resistenza (o è stata rimossa dal percorso); come abbiamo già spiegato se l'energia potenziale viene convertita interamente in energia cinetica, non ne rimane altra per compiere altri lavori, come spezzare i legami di questi 8 piani, simultaneamente e simmetricamente. L'energia per fare ciò deve provenire necessariamente da una fonte esterna. (stando alla fisica).

Caduta libera di un altezza pari a 8 piani. Da dove proviene l'energia per spostare/ distruggere i piani segnati in rosso? (NOTA: Gli 8 piani sono stati scelti arbitrariamente, nell'illustrazione, in quanto il NIST non ha indicato con precisione di quali si trattasse).

A questo punto possono sorgere alcuni dubbi, che ci teniamo a chiarire:

1) Sotto il WTC7 si trovava una stazione elettrica Con-Edison; il NIST ha scartato l'ipotesi che questo abbia giocato un qualsiasi ruolo nel crollo.

2) Il WTC7 era stato colpito dai detriti del WTC1; Il NIST ha scartato l'ipotesi che questo abbia giocato un qualsiasi ruolo nel crollo (i detriti hanno unicamente dato innesco agli incendi, ma non hanno influito nel crollo vero e proprio)

Entrambi i punti sono descritti sempre nel NIST NCSTAR1A pag 48 nei seguenti tre punti elenco:


Traduzione:

Nè gli elementi di trasferimento (traverse, travi, travi a sbalzo) nè i piani rinforzati (piano 5 e 7) hanno giocato un ruolo significativo nel crollo del WTC7. Nè la sottostazione Con Edison ha giocato un ruolo significativo nel crollo del WTC7.

Non ci sono prove che suggeriscano che vi fosse danno al Materiale Antincendio Spruzzato che è stato applicato alle colonne di acciaio, alle traverse e alle travi, tranne che nella vicinanza del danno strutturale dovuto al crollo del WTC1, che era vicino al lato ovest della facciata sud del palazzo.

Anche senza il danno strutturale iniziale causato dall'impatto dei detriti del crollo del WTC1, il WTC7 sarebbe crollato da incendi che avessero avuto le stesse caratteristiche di quelli avvenuti l'11 settembre 2001.


Per completezza ricordiamo che il NIST NCSTAR1A ha anche escluso l'ipotesi che il crollo sia stato causato da un unico enorme ordigno esplosivo. Invece l'ipotesi di più ordigni esplosivi, o l'ipotesi di composti incendiari cutting charges non sono state considerate, benchè quest'ultima sia la scelta più plausibile nelle demolizioni controllate di palazzi con struttura unicamente d'acciaio, a detta degli esperti.
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