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lunedì 31 gennaio 2011

Danilo Coppe: un ufficialista poco convincente

di Decalagon (articolo aggiornato dopo la pubblicazione iniziale
VEDI ANCHE: Danilo Coppe, un ufficialista sempre meno convincente


(Scarica il video da Arcoiris.tv)

Danilo Coppe

In questi giorni è uscita sul blog di undicisettembre una nuova intervista, ancora sull'argomento relativo al crollo delle Torri Gemelle e del World Trade Center 7, fatta a Danilo Coppe, noto esplosivista italiano con oltre 600 demolizioni controllate alle spalle, conosciuto anche per altre attività come il suo ruolo di consulente per enti istituzionali riguardo i reparti invenstigativi delle forze dell'ordine e la sua nomina a Presidente dell'Istituto Ricerche Esplosivistiche. È indubbiamente uno dei maggiori esperti in questo campo, tuttavia nella sua intervista ha dimostrato notevole superficialità nel trattare gli argomenti in questione e non ha chiarito nessuno dei punti oscuri che, da ormai 10 anni, ruotano attorno al crollo dei tre palazzi più alti del WTC e che ha spinto migliaia di persone a chiedere chiarezza all'amministrazione americana. La maggior parte di loro ha fondato assocazioni per la verità sull'11 settembre che ospitano numerosi esperti di ogni settore (ingegneria, architettura, aviazione, intelligence, ufficiali militari, ecc... e anche gli stessi parenti delle vittime di questa tragedia). Riguardo all'articolo di cui sopra, la prima cosa che salta all'occhio e che desta qualche domanda è la seguente dichiarazione:
Undicisettembre: Per quanto riguarda invece la Torre 7, che è oggetto di molte polemiche, quali sono state le caratteristiche che ti consentono di escludere che si tratti di una demolizione controllata?
Danilo Coppe: Ho esaminato molte fotografie – anche inedite, perché i complottisti hanno cercato di convincermi e quindi mi hanno mandato anche foto non pubblicate – dove si vede che i crolli delle due Torri Gemelle hanno gravemente lesionato la struttura del WTC7 prima che questo crollasse. Ci sono foto fatte dall’alto e si vedono chiaramente le gravissime lesioni che ha subito il WTC7. Inoltre la struttura del WTC7 era molto stretta e alta, che è la tipologia ideale di manufatto da demolire, perché basta eliminare pochi appoggi e questo crolla. Nel caso particolare, le macerie e i grossi blocchi che si sono staccati dalle Twin Towers, durante il loro crollo, hanno invaso la base perimetrale del WTC7 stesso e l'hanno colpito con pezzi anche ai piani intermedi, determinando lo stesso fenomeno accaduto alle Twin Towers, cioè la rottura di tiranti e puntoni di una struttura reticolare, che quindi non aveva più i presupposti per stare in equilibrio.
Quindi Coppe non sostiene la versione governativa, ovvero il rapporto del NIST NCSTAR 1A, il quale afferma cose ben diverse: il palazzo numero sette, secondo le indagini ufficiali, sarebbe crollato solamente a causa degli incendi sviluppati nella sua struttura. Infatti a pagina 48 del PDF possiamo leggere le seguenti dichiarazioni:


Traduzione
  • Nè gli elementi di trasferimento (traverse, travi, travi a sbalzo) nè i piani rinforzati (piano 5 e 7) hanno giocato un ruolo significativo nel crollo del WTC7. Nè la sottostazione Con Edison ha giocato un ruolo significativo nel crollo del WTC7.

  • Non ci sono prove che suggeriscano che vi fosse danno al Materiale Antincendio Spruzzato che è stato applicato alle colonne di acciaio, alle traverse e alle travi, tranne che nella vicinanza del danno strutturale dovuto al crollo del WTC1, che era vicino al lato ovest della facciata sud del palazzo.

  • Anche senza il danno strutturale iniziale causato dall'impatto dei detriti del crollo del WTC1, il WTC7 sarebbe crollato da incendi che avessero avuto le stesse caratteristiche di quelli avvenuti l'11 settembre 2001. 
Dunque i danni di cui parla Coppe sono del tutto ininfluenti, secondo il NIST, per valutare il crollo dell'edificio sette. Quindi perché citarli in primo luogo se non hanno nulla a che vedere con le cause del cedimento? E questa non è l'unica discrepanza fra il NIST e l'intervistato: un'altra sua curiosa affermazione riguarda i presunti danni provocati dai Boeing 767 che hanno colpito le Torri Gemelle.
Undicisettembre: Il crollo delle Torri Gemelle inizia dall'alto, proprio dove sono state colpite dall'aeroplano. Se fosse stata una demolizione controllata, gli esplosivi sarebbero stati piazzati proprio lì: in alto. Avrebbe senso nel caso delle Torri Gemelle? Dove dovrebbero essere piazzati gli esplosivi?

Danilo Coppe: Assolutamente sarebbero stati piazzati alla base con la maggior concentrazione, poi distribuiti per tutto lo sviluppo a intervalli di 3, 4 o 5 piani uno dall'altro. Il problema è che in un caso l'aereo ha colpito la torre in un punto tale da lasciare sopra di sé circa 17 piani e nell'altro caso c’erano sopra 32 piani. Quindi avevamo dei manufatti in un caso di 17 piani e nell'altro di 32 piani che stavano sopra un varco di circa 3 piani di altezza con le strutture portanti compromesse; quasi nove metri in cui il Boeing 767 ha asportato gli appoggi principali e quindi questi due grossi complessi hanno ceduto in quelle zone per motivi di peso. Tra l'altro è crollato prima l'edificio che è stato colpito per secondo, proprio perché c'erano 32 piani che gravavano sul varco, sullo squarcio. Mentre l'altro edificio ha tenuto di più perché c'erano “solo” 17 piani. Immaginate un palazzo di 17 piani che cade da 9 metri di altezza: è ovvio che distruggerebbe in maniera coassiale tutto ciò che vi sta sotto.
Coppe sostiene che gli appoggi principali delle torri (ovvero le 47 colonne portanti interne del CORE) sarebbero stati distrutti dagli impatti aerei. Il NIST però ci dice una cosa molto diversa che è riassunta in questa immagine (tratta dal rapporto ufficiale):

Clicca per ingradire l'immagine

La Torre Nord aveva 34 colonne intatte sulle 47 totali, mentre alla Torre Sud ne erano rimaste 37, rispettivamente. Oltre tre quarti degli appoggi principali, quindi, erano rimasti intatti: pertanto non sono esistiti  i presupposti che possano aver visto protagonista un "palazzo di 17 piani (la sezione superiore delle torri, in questo caso) che crolla da 9 metri di altezza attraverso il vuoto", visto che vuoto non era. Inoltre non spiega assolutamente niente delle modalità di caduta delle sezioni superiori dei palazzi, le quali avrebbero attraversato entrambe 80 e più piani di struttura perfettamente integra (47 colonne d'acciaio del nucleo, saldate dalle fondamenta fino al tetto, oltre alla densa rete di colonne perimetrali esterne) a velocità sostanzialmente di caduta libera. Ma una delle affermazioni più emblematiche di Coppe, ripetuta numerose volte e in più occasioni, è la seguente:
Per quanto riguarda invece il tempo di crollo, nel caso delle Twin Towers è stato impiegato lo stesso tempo che se fosse stato un crollo voluto o una demolizione controllata.
Sarebbe decisamente il caso di approfondire questo aspetto dei crolli vista e considerata la particolare struttura degli edifici in questione. Come ha fatto un crollo gravitazionale a procedere attraverso il percorso di maggior resistenza a velocità praticamente di caduta libera? Come mai il CORE, composto dalle 47 colonne centrali, oltre alla struttura portante del perimetro esterno, non ha fornito la minima resistenza alla massa in caduta?
Undicisettembre: Se tu avessi avuto l'incarico di demolire le Torri Gemelle, che tipo di esplosivo avresti utilizzato?

Danilo Coppe: Sicuramente avrei utilizzato delle cariche cave lineari a base di RDX o di Pentrite, che sono due esplosivi molto veloci. Certamente un'operazione del genere avrebbe richiesto settimane e settimane di posizionamento delle cariche, con grovigli di fili elettrici per decine e decine di chilometri di collegamenti e anche con la certezza matematica di rompere i vetri di tutto il quartiere, perché avrebbero determinato un'onda sonora elevatissima. Sarebbe stato l'unico modo per tagliare quelle strutture portanti in acciaio.
Tralasciando il fatto che, come vedremo più avanti, nelle polveri del WTC è stata trovata nano-thermite (e questo include metodi di detonazione totalmente differenti rispetto alle cariche esplosive tradizionali), ma l'aspetto più interessante tirato in ballo da Coppe è proprio quello riguardante le onde sonore sprigionate dalle esplosioni. 
"I nanoenergetici sono promettenti quanto gli ingredienti utili per le armi termobariche (TBX e simili), in particolare grazie al loro elevato grado di tollerabilità per quanto riguarda il rilascio di energia e la loro gestione dell'impulso." [1]
La caratteristica di "gestione dell'impulso" può essere significativa. È possibile che le formulazioni possano essere state scelte per avere un effetto percussivo appena sufficiente per ottenere la frammentazione desiderata, riducendo al minimo il livello di rumorosità.  [2] Quindi il problema dell'onda sonora sembra che non si ponga assolutamente, soprattutto se consideriamo che gli schermi insonorizzanti per le cariche esplosive non sono una novità nemmeno per Danilo Coppe, visto che la sua stessa società di demolizioni ne fa uso, come si legge in uno dei casi descritti sul sito della SIAG:
Genova (GE) - Ponte ferroviario sul Polcevera 2Completata con successo anche la demolizione della seconda campata del viadotto ferroviario in acciaio sul Polcevera a Genova. Con l’esperienza maturata nella prima fase, sono stati riprogettati gli schermi insonorizzanti delle cariche, evitando in questa occasione, di generare onde sonore dannose ai vetri del circondario.  [3]

Altro che "certezza matematica": mi domando perché non si sia discusso anche di questo aspetto.
Undicisettembre: Quindi sarebbe stato impossibile che nessuno degli occupanti degli edifici si accorgesse che qualcuno stava venendo a porre queste cariche esplosive in tutto questo tempo?

Danilo Coppe: È categoricamente impossibile perché, tra l'altro, queste orditure in acciaio sono spesso ricoperte da cartongesso o laterizio leggero, che serve tra l'altro come sistema di fissaggio dei servizi quali tubi dell'acqua o cavi elettrici, che vengono così fissati alle putrelle ed alle altre orditure in acciaio. Quindi un eventuale demolitore avrebbe dovuto levare tutti questi materiali, posizionare le cariche, rifare tutte le tappezzerie e tutti i pannellamenti che ricoprivano le orditure. È un'operazione che richiederebbe mesi e mesi di padronanza totale della struttura.
Come si può leggere dalla FAQ numero 4 del crollo delle Torri, per guadagnare l'accesso alle colonne portanti del "core" interno e poterle minare sarebbe bastato passare dai pozzi degli ascensori, il che sembra l'alternativa più facile, veloce ed efficace. C'è da aggiungere che le colonne centrali delle Torri non erano visibili dagli uffici, quindi nessuno avrebbe potuto accorgersi di un'eventuale manomissione. Forse è solo un caso che la società "ACE Elevator" eseguì un ammodernamento degli ascensori di entrambe le Torri Gemelle che finì qualche mese prima l'11 settembre 2001 (durò circa nove mesi). Fu uno fra i più grandi lavori di ammodernamento ascensori della storia.
Non mi pare ci sia nulla di "categoricamente impossibile", quindi.
Undicisettembre: La maggior parte dei complottisti ha sostenuto che le Torri Gemelle e l'edificio 7 siano stati demoliti con la termite, poi sono passati alla supertermite o nanotermite. È possibile demolire dei grattacieli con queste sostanze?

Danilo Coppe: La termite non è un esplosivo: la termite è una sostanza chimica molto semplice da reperire perché è ossido di ferro e alluminio. Viene utilizzata per fare le saldature nella cosiddetta alluminotecnica: è un primer che si attiva a fronte di temperature di innesco di almeno sei, settecento gradi e solo allora si innesca questa mescola che produce un effetto “fusione”; non certamente un effetto “esplosivo”. Anche in questo caso collocare dei sacchi di termite e dei dispositivi che possano dare simultaneamente o anche gradualmente sei, settecento gradi in ogni punto in cui viene posizionata la termite è assolutamente impossibile. Anche se parliamo di supertermite è la stessa cosa; la supertermite o nanotermite è ancora ossido di ferro più alluminio, ma con l'aggiunta di silice. Non cambia nulla.
Innanzi tutto è doveroso fare una precisazione: la sostanza trovata nelle polveri non è thermite ordinaria, ma nano-thermite [4]. Vediamo che cos'è prendendo spunto da uno studio sui nanocomposti precedente agli attentati:
"I compositi nanostrutturati sono materiali multicomponenti in cui almeno uno dei componenti ha una o più dimensioni (lunghezza, larghezza o spessore) nella gamma di dimensioni nanometriche, definite da 1 a 100 nm. I nanocompositi energetici sono una classe di materiali che hanno sia un componente combustibile che un comburente (agente ossidante) intimamente mescolati e in cui almeno uno dei componenti soddisfi la definizione di dimensione nanometrica. Un sol-gel derivato da un pirotecnico è un esempio di un nanocomposto energetico, in cui le nanoparticelle di ossido metallico reagiscono con i metalli o altri combustibili a reazioni molto esotermiche. Il carburante si trova all'interno dei pori della matrice solida, mentre l'ossidante comprende almeno una parte dello scheletro della matrice." "Per fare un esempio, i nanocompositi energetici di FexOy e alluminio metallizzato sono facilmente sintetizzati. Le composizioni sono stabili, sicure e possono essere facilmente infiammabili." [5]
Inoltre, secondo Coppe, non esiste alcuna differenza fra thermite ordinaria e nano-thermite tranne la semplice aggiunta di silice. Vediamo cosa dicono in proposito gli studi sui nanocomposti:
Abbiamo notato che la thermite ordinaria agisce come una sostanza incendiaria quando viene innescata. Tuttavia, quando gli ingredienti sono in grani ultra-fini e sono intimamente mescolati fra loro, la mistura reagisce molto rapidamente, anche esplodendo [6]. Così, c'è una forma conosciuta come un nanocomposto energetico, o "super-thermite", composto da alluminio e ossido di ferro con almeno un componente di approsimativamente 100 nm o inferiore, spesso assieme a silicio e carbonio. [7-8]
 "La velocità di reazione tra nano-alluminio e ossidi di metallo può essere significativamente superiore a quella osservata con le tradizionali polveri thermitiche in formato di dimensioni in micron. Le reazioni che hanno luogo tra il metallo e le polveri di ossido di metallo sono accompagnate dalla generazione di altissime temperature (> 3000 K). La super-thermite, formata da una miscela di nanopolveri di alluminio e ossido di metallo risulta essere nel tasso di rilascio di energia di due ordini di grandezza superiori a quelli costituiti da miscele simili di reagenti in dimensioni di micron." [9]
Notiamo perciò che almeno un componente deve essere di almeno 100 nm (nanometri) o inferiore. Inoltre il composto si accende a temperature più basse rispetto alla thermite ordinaria, reagisce molto più rapidamente, produce temperature più elevate e può esplodere.
Undicisettembre: Quindi la termite o la supertermite non fa un botto, non fa un rumore come di un esplosivo quando agisce?
Danilo Coppe: Nessun rumore. Nel momento in cui si attiva il sistema di innesco, che può essere al plasma o a elettrodo, si sviluppa questa temperatura nel silenzio più assoluto e si fonde il materiale che gli sta a contatto.
Guardiamo questi esperimenti fatti con la thermate (thermite ordinaria con aggiunta di zolfo):



Come vediamo il composto può esplodere, a differenza di quello che sostiene Coppe. E come è stato fatto notare poco sopra, anche i nanocomposti energetici come la nano-thermite (o super-thermite, che sono la stessa identica cosa) possono reagire esplodendo. Il dubbio ce lo possiamo togliere leggendo qui:
"La 221esima riunione nazionale dell'American Chemical Society tenutasi nel mese di aprile 2001 a San Diego ha discusso in primo luogo di un convegno sulle applicazioni di difesa dei nanomateriali. Una delle 4 sessioni si intitolava nanoenergetici... Questa sessione ha fornito una buona rappresentazione dell'ampiezza dei lavori in corso in questo campo, che è di circa 10 anni... A questo punto in tempo utile, tutti i servizi militari e alcuni DOE e laboratori accademici sono attivi in un programma di ricerca e sviluppo volto a sfruttare le proprietà uniche dei nanomateriali che hanno del potenziale per essere utilizzati nelle formulazioni energetiche per gli esplosivi avanzati... " [10]
Come si può leggere, le differenze fra thermite commerciale e nano-thermite sono abissali, e l'affermazione che questi composti non possano esplodere risulta palesemente inesatta.
Concludiamo con quest'ultima citazione.
Undicisettembre: Quindi la presenza di queste pozze non potrebbe essere attribuita a una demolizione controllata o alla presenza di esplosivi?

Danilo Coppe: No, no, assolutamente. L'esplosivo di per sé non fa nessun effetto di questo genere. L'unica cosa che fa pozze di materiale fuso è appunto la termite; però vi ricordo che la termite è ossido di ferro e alluminio, e l'alluminio era molto presente all'interno del manufatto, nei sistemi di separazione di ambienti, uffici e cose del genere, perché l'edificio era molto pannellato; quindi l'alluminio, di fronte a un incendio di notevole entità, avendo un punto di fusione molto basso, può aver effettivamente creato queste pozze. Ma questo è un problema legato alla grande quantità di aviocarburante che era presente ed al successivo incendio che si è sviluppato.
Coppe riconosce che l'unica causa delle pozze del "materiale" fuso trovate dai soccorritori  può derivare solo da un prodotto thermitico, mentre allo stesso tempo afferma che ciò che è stato ritrovato fuso sotto le macerie era l'alluminio dei pannelli degli edifici, fenomeno causato dal kerosene trasportato dagli aerei. Ovviamente questa è una speculazione priva di documentazioni, rispetto a chi parla di acciaio fuso le cui prove esistono in abbondanza. E poi se l'unica cosa che fa pozze di materiale fuso è la thermite, perché successivamente aggiunge che è stato un problema legato al kerosene degli aerei? O è una cosa o è l'altra, quindi il discorso di Coppe non sta in piedi.





La stessa Appendice C del rapporto FEMA (Federal Emergency Management Agency), nella quale è descritta una perizia metallurgica su alcuni reperti del WTC, parla di una corrosione anomala dell'acciaio dovuta ad un'azione di sulfurazione e ossidazione ad alta temperatura (circa 1000°C) che ha praticamente liquefatto l'acciaio [11]. Come descritto nel riassunto del reperto 1:
Riassunto del reperto 1
L'assottigliamento dell'acciaio è avvenuto tramite una corrosione ad alta temperatura, a causa di una combinazine di ossidazione e solfurazione. 
Il riscaldamento dell'acciaio in un ambiento corrosivo caldo che si avvicina ai 1000° C. produce una mistura eutettica di ferro, ossigeno e zolfo che ha liquefatto l'acciaio. L'azione della solfurazione sui grani esterni dell'acciaio ha accelerato la corrosione e l'erosione dell'acciaio.
E conclude dicendo:
La grave corrosione e conseguente erosione dei campioni 1 e 2 sono un evento molto raro. Non è stata trovata alcuna spiegazione chiara per la provenienza dello zolfo. La rapidità a cui la corrosione è avvenuta è anch'essa sconosciuta. E' possibile che essa sia il risultato di un riscaldamento molto lungo e duraturo nel terreno in seguito al crollo degli edifici. E' anche possibile che il fenomeno sia cominciato prima del crollo e abbia accelerato l'indebolimento della struttura di acciaio. Uno studio approfondito sui meccanismi di questo fenomeno è necessario* per capire se e quali rischi corrono le strutture di acciaio attualmente esistenti se sottoposte a incendi gravi e duraturi.
 *Lo studio in questione, purtroppo, non è mai stato fatto.

NOTA: Coppe afferma che le pozze di metallo fuso (secondo lui alluminio, anche se i documenti smentiscono questa ipotesi) sono state causate dall'aviocarburante dei jet commerciali impattati contro le torri: ma c'è un problema. Il WTC7 non è stato colpito da nessun aereo, eppure le pozze sono state trovate anche sotto le sue macerie.

Sostanzialmente, nella sua intervista, Coppe asserisce che le caratteristiche visibili dei crolli sono comparabili a quelle di una demolizione affermando poi che "la teoria del complotto" non è fattibile, senza mai addentrarsi nello specifico: infatti, come si può leggere, ribadisce più volte che sia i tempi che le modalità del crollo sono assimilabili a quelle di una demolizione controllata, a parte la PRIMA distinzione di "natura fonometrica" (per capirci, "mancano i botti", ma come abbiamo visto è un problema non insormontabile). Oltre a questo non rimane in piedi assolutamente nulla del pensiero di Coppe, a parte vari "impossibile, infattibile e impensabile", mai dovutamente argomentati e mai seguiti da un'analisi tecnica adeguata.
  
Riferimenti

[1] Miziolek AW. Nanoenergetics: an emerging technology area of national importance. Amptiac Q 2002; 6(1): 43-48. [Accessed February 7, 2009]. Available from: http://www.p2pays.org/ref/34/33115.pdf
[2] http://xoomer.virgilio.it/911_subito/studio_nanothermite.html
[3] Demolizione Ponte ferroviario sul Polcevera 2http://www.esplosivi.it/sites/0/IT/art_bestof.tpl?id=104802&fam=101091
[4] http://en.wikipedia.org/wiki/Nano-thermite
[5] Gash AE, Simpson RL, Tillotson TM, Satcher JH, Hrubesh LW. Making nanostructured pyrotechnics in a beaker. pre-print UCRL-JC-137593, Lawrence Livermore National Laboratory: Livermore, Ca; April 10, 2000. [Accessed February 7, 2009]. Available from: http://www.osti.gov/energycitations/product.biblio.jsp?osti_id=15007525 
[6] Miziolek AW. Nanoenergetics: an emerging technology area of national importance. Amptiac Q 2002; 6(1): 43-48. [Accessed February 7, 2009]. Available from: http://www.p2pays.org/ref/34/33115.pdf
[7] Gash AE, Simpson RL, Tillotson TM, Satcher JH, Hrubesh LW. Making nanostructured pyrotechnics in a beaker. pre-print UCRL-JC-137593, Lawrence Livermore National Laboratory: Livermore, Ca; April 10, 2000. [Accessed February 7, 2009]. Available from: http://www.osti.gov/energycitations/product.biblio.jsp?osti_id=15007525
[8] Tillotson TM, Gash AE, Simpson RL, Hrubesh LW, Satcher JH, Jr, Poco JF. Nanostructured energetic materials using sol-gel methodologies. J Non-Cryst Sol 2001; 285: 338-345. [Accessed February 7, 2009]. Available from: http://www.sciencedirect.com/science?_ob=ArticleURL&_udi=B6TXM-435KKJV-2G&_user=10&_rdoc=1&_fmt=&_orig=search&_sort=d&view=c&_acct=C000050221&_version=1&_urlVersion=0&_userid=10&md5=96168ef14a007c2cc1dee1667b0d1b2f
[9] Puszynski JA. Reactivity of nanosized Aluminum with metal oxides and water vapor. Mater Res Soc Symp Proc 2004; 800: AA6.4.1. [Accessed February 7, 2009]. Available from: http://www.mrs.org/s_mrs/sec_subscribe.asp?CID=2642&DID=115976&action=detail
[10] Miziolek AW. Nanoenergetics: an emerging technology area of national importance. Amptiac Q 2002; 6(1): 43-48. [Accessed February 7, 2009]. Available from: https://web.archive.org/web/20120225170823/http://infohouse.p2ric.org/ref/34/33115.pdf
[11] http://www.fema.gov/pdf/library/fema403_apc.pdf 

9 commenti:

  1. Interessanti gli argomenti e convincenti le prove, mi rammarico solo per l’oggetto del contendere (la ricerca della verità) , che poteva, anzi doveva, essere l’unico protagonista cosa che è sfuggita di mano all’autore nel momento in cui le specificazioni scientifiche sono diventate solo un mezzo per TENTARE di screditare l’intervistato in un contradditorio forse differito ma di fatto inesistente.
    Di conseguenza l’argomento principale è passato in secondo piano, confondendo l’inerte lettore che si domandava quale fosse la necessità di riferimenti ogni volta personali togliendo spazio ad un ragionamento che doveva essere analizzato in senso oggettivo.
    “Ho delle prove, ve le mostro”… “gli specialisti non sono arrivati alle mie conclusioni ma ho una serie di indizi che fanno riflettere” questo doveva essere il tono dell’articolo per coinvolgere l’interesse del lettore ed eventualmente ampliarlo…e non la provocazione requisitoria che ne è scaturita.
    xorro

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  2. -le specificazioni scientifiche sono diventate solo un mezzo per TENTARE di screditare l’intervistato in un contradditorio forse differito ma di fatto inesistente.-

    Non capisco cosa vuol dire questa frase: io non ho tentato di screditare nessuno, Coppe ha fatto tutto da solo, infatti ho solo indicato cosa e come non andava nelle sue affermazioni. Che significa che il contradditorio è inesistente? Mi è sfuggito qualcosa del tuo ragionamento?

    Inoltre questo articolo aveva il solo scopo di commentare l'intervista di Coppe e di indicarne le falle. Questo era ed è l'unico "argomento principale".

    Cos'è che non ti torna, di preciso?

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  3. Complimenti per l'articolo, ben documentato e puntualizzato.

    Un altro "esperto" colto in castagna.

    Dusty

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  4. Coppe ha imputato la caduta ai soli detriti mentre il NIST ha dichiarato che il crollo CI SAREBBE STATO ANCHE SENZA LA PRESENZA DEI DANNI DAI DETRITI. Quindi l'autore, dicendo che il nist nega che il crollo sia dovuto ai danni dai detriti, dice una grande cazzata. Già dopo 2 minuti di video cominciano a vacillare le tesi dei complottisti fuffologi

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  5. altra cazzata, quando l'autore del video dice che coppe ha dichiarato che per 3 piani le torri avevano perso tutti i supporti principali. L'autore del video ci fa vedere un' articolo (di dubbia provenienza) dove invece si dice che le travi portanti distrutte sono circa il 25% del totale. Peccato che scordi di dire che quei dati si riferiscono al momento dell' impatto, ed infatti le torri non sono crollate istantaneamente, e non nel momento del collasso

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  6. un'altra cosa poco chiara è la critica sull' affermazione di Coppe il quale dice che i tempi del crollo sono simili a quelli di una demolizione controllata e poi dice che la teoria del complotto è impensabile. Riguardo a ciò tu dici che le 2 affermazioni non stanno in piedi insieme, perchè se i tempi sono simili allora pure il fenomeno sarà simile...E' una motivazione molto opinabile, in quanto spesso 2 fenomeni, anche dal punto di vista scientifico, hanno delle caratteristiche comuni pur non essnedo minimamente collegati tra di loro

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  7. Ciao Andrea, come ti ho detto anche su facebook:

    "Quello che dice Coppe e quello che dice il NIST sono cose che appaiono abbastanza chiare, mi sembra inutile star qui a spiegarti quello che c'è già scritto nell'articolo. Ad esempio quando Coppe attribuisce il crollo ai danni delle macerie, mentre il NIST dice che è crollato solo a causa dell'incendio.. o quando Coppe dice che non esiste uno studio scientifico che abbia censito quanti pilastri sono stati lesionati negli impatti... direi che non c'è bisogno di star qui a palesare l'ovvio."

    Siao.

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